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Parchi

Giardini e boschi

Oltre alle bellezze artistiche e storiche, la città di Montelupo Fiorentino offre uno sfondo naturale dove trovare divertimento e tranquillità.

Aree verdi sono presenti nelle vicinanze del centro storico e rappresentano le zone ideali per fare sport o rilassarsi a contatto con la natura. Da non perdere infatti una passeggiata nel suggestivo Parco dell’Ambrogiana, che abbraccia l’area intorno alla Villa Medicea e dove si trova anche la Chiesa dei SS. Quirico, Lucia e Pietro D’Alcantara. Nelle vicinanze dalla città è presente il Bosco di Camaioni, dove aspetti naturalistici e storici si uniscono insieme per una visita interessante.

PARCO DELL’AMBROGIANA

Il parco si trova sulla riva sinistra dell’Arno, che rappresenta uno dei luoghi scenograficamente più interessante della città di Montelupo Fiorentino.
A impreziosire il parco è la Villa Medicea. Nel suo nucleo più antico la villa fu acquistata da Ferdinando I de Medici, che dal 1587 avviò i lavori di restauro, affidati prima a Raffaele Pagni poi a Gherardo Menichini, raddoppiando le torri angolari e conferendogli così una struttura geometrica regolare. Numerosi i rifacimenti susseguitosi nei secoli, tra cui l’innalzamento di un piano, come illustrato in una delle lunette di Giusto Utens, e la costruzione di un porticciolo sull’Arno. Notevole era il parco-giardino che giungeva fino al greto del fiume, con una grotta manieristica con giochi d’acqua, opera di Giovan Battista Ferrucci detto il Tadda, ornata da bassorilievi con soggetti fluviali, faunistici e floreali.
Dal 1854 fino agli inizi del 2017 è stata sede dell’ospedale psichiatrico giudiziario.
Al momento non è ancora possibile accedere all’interno del complesso. Immersa nel parco dell’Ambrogiana si trova la Chiesa dei SS. Quirico, Lucia e Pietro D’Alcantara. La parrocchia, fondata da Cosimo III nel 1678, è nata dall’unione di tre edifici, il più antico dei quali fu la chiesa di San Quirico, unita, fin dal 1482, a Santa Lucia. Nella facciata, opera di Pier Maria Baldi, si trova la riproduzione della Cruz de Caravaça, considerata miracolosa. L’interno è a navata unica a botte e la zona presbiterale è coperta da una volta a crociera. Nel lato sinistro vi è il miracoloso Crocifisso della scuola di Baccio da Sinibaldi, nella sagrestia dietro l’altare maggiore si trova un capolavoro scultoreo del Seicento fiorentino, il Cristo alla Colonna, eseguito da Michelangelo Noccherino per Cosimo II. Vicino al convento sorge l’Orto dei frati, in cui venivano coltivati fiori e prodotti per l’alimentazione. Nel muro perimetrale sono visibili 209 dadi in pietra simili a feritoie, utilizzati per alloggiare i sostegni delle pergole in uva. Nelle due cappelle nell’orto i dipinti, forse di Piero Dandini, illustrano sei storie della vita di San Pietro d’Alcantara.

BOSCO DI CAMAIONI

Una delle più interessanti zone boschive di Montelupo Fiorentino è quella di Camaioni, che si estende per oltre 8 ettari. Inaugurato il 18 aprile 2015, dopo essere stato ripulito, sistemato e dotato di attrezzature e cartellonistica, il Bosco di Camaioni è dotato oggi di un percorso di circa 2,5 Km che si sviluppa in gran parte su terreno comunale, ma che interessa anche alcune porzioni di proprietà private. L’itinerario ha una conformazione ad anello e il tempo stimato per percorrerlo è di circa 2 ore e mezzo; è però possibile accedere da diversi punti e quindi scegliere di seguire anche un breve tratto. Il percorso è stato attrezzato anche con panchine e tavoli, oltre a una cartellonistica che riporta informazioni relative alla fauna, alla flora e ai resti archeologici, storici e artistici presenti nell’area.
Il bosco di Camaioni rappresenta la testimonianza di una selva antichissima, forse già risparmiata dalla colonizzazione romana. La presenza del pino al suo interno è stata favorita dai lunghi secoli di sfruttamento del legname per l’alimentazione delle fornaci (ceramica, terracotta e vetro) attive nella zona di Montelupo, Samminiatello e Camaioni, che ha ridotto la presenza di quercia e leccio. All’interno del bosco, restano comunque zone estese ove si diffonde l’erica scoparia che rappresentò per secoli il combustibile di maggior pregio per il funzionamento delle fornaci.

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